Passo dopo passo, verso la Luce
*di Ileana Salamina, studentessa in scienze internazionali e diplomatiche
È iniziato l’avvento, un tempo di veglia, di attesa, di desiderio, di speranza, ma un tempo anche di silenzio e di ascolto. Ancora una volta in questo tempo, apparentemente dilatato e vuoto, mi é stata data la possibilità di mettermi in discussione, grazie ad un ritiro organizzato dalla pastorale universitaria di Firenze di cui faccio parte oramai da quattro anni. Un ritiro diverso dai precedenti, in quanto vissuto online davanti ad un PC, nelle quattro mura della mia cameretta, ma soprattutto in un tempo limitato, abbastanza circoscritto. Nonostante questo, non é mancata la voglia di ascoltare e fare mie le parole con cui Suor Fabrizia (una delle sorelle della Congregazione domenicana Unione S. Tommaso d’Aquino di Firenze) ci ha voluto accompagnare attraverso due brevi video-meditazioni dal tema “Ricercare la luce là dove c’è. Venite, camminiamo nella luce del Signore“.
Quello che forse mi è mancato di più è stato vivere il ritiro insieme a tutti coloro che vi hanno partecipato come me. Tuttavia, mi é stata data non solo l’occasione di condividere, in maniera totalmente libera e volontaria, quanto ascoltato, meditato, pregato ma, soprattutto, di fare silenzio e ascoltare gli altri.
Nella traccia di riflessione che ci é stata inviata, mi sono soffermata sulle parole del vangelo di Giovanni, in cui emerge l’immagine di Gesù Cristo come luce del mondo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,4-5); poi, però, ho preferito meditare sulla seconda parte della traccia, su come “essere figlia della luce”, attraverso la conversione del mio sguardo, della mia vita.
So avere uno sguardo benevolo sulla mia vita, sulle persone che mi circondano, sulle vicende del mondo? Riesco a leggere i segni della presenza di Dio, le grandi opere che lui compie anche oggi? Quali sono i punti luce della mia esistenza?
E sempre spinta dalle domande di Suor Fabrizia ho continuato a domandarmi: che cosa significa per me, oggi, comportarsi come figlia della luce? Quali occasioni di confronto ho per discernere insieme agli altri “ciò che è a Lui gradito”?
Non è stato semplice trovare risposte a queste domande, tuttavia ho provato a condividere con gli altri qualche mio pensiero, con parole semplici ma per me molto importanti: per essere figlia della luce, è necessario partire dalle piccole cose, dai piccoli passi quotidiani che nella vita possiamo e dobbiamo compiere. La vita è un cammino che passa inevitabilmente dalla notte, quindi dalle tenebre, dai tentennamenti, dagli smarrimenti, dalle paure, dai dubbi, da tutto ciò che ci può ostacolare nel vedere la Luce. Eppure, questo cammino ha bisogno di essere illuminato, giorno dopo giorno.
Quello che ho voluto comunicare ai miei amici, è che io spero, credo, mi fido e affido, perché desidero essere figlia della Luce e per esserlo è necessario che io tenga accesa la mia lampada, quella lampada che illumina continuamente la mia porzione di strada, anche quando penso non sia così. È necessario che sia quella Voce a chiamarmi, a interpellarmi quando la stanchezza, lo sconforto, il dolore sovrasta, quando penso di essere sola. Io non sono sola. Noi non siamo soli. Possiamo e dobbiamo alimentare con l’olio dell’amore, con l’olio del coraggio, con l’olio dell’aprirsi agli altri, del dialogo e dell’ascolto, ma soprattutto con l’olio della fiducia, quella lampada che ci guida e ci accompagna sempre.
Per essere figli della luce, non possiamo fare altro che evitare di distrarci, anzi dobbiamo fare attenzione in modo tale da non perdere tutti i carpe diem che la vita ci offre; fare attenzione alle nostre relazioni per non perdere l’occasione di fare il bene; vivere il proprio lavoro, il proprio studio, le proprie passioni come vocazione, tenendo bene in mente le mete e gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Bisogna fare attenzione ai segni, sì, a tutti quei piccoli, semplici e gratuiti segni che Dio pone sul nostro percorso di crescita per non perdere l’occasione di cogliere la sua presenza nella nostra quotidianità ed esserne gioiosi, sentirsi vivi, sentirsi in pienezza. È un tempo, quello di oggi, in cui è essenziale custodire e custodirsi, arricchire e arricchirsi, vegliare e desiderare quell’unica Luce che é Gesù, che è verità, autenticità, concretezza, speranza, desiderio, amore.
Suor Fabrizia ci ha invitato a scrivere in silenzio un nostro Magnificat e devo essere sincera non l’ho ancora fatto. Il tempo dell’Avvento è iniziato e vorrei prendermi del tempo per farlo, per andare incontro al Natale, quel Natale che ci ricorda che “le tenebre non vincono mai la luce, perché siamo nell’oggi della salvezza”. Ed è questa prospettiva che mi dona un respiro profondo, lungo, che mi apre a quell’orizzonte luminoso di fiducia e speranza di cui parlavo prima e che intendo seguire, nonostante le mie fragilità, le mie debolezze, le mie paure, i mie fallimenti, perché ho la certezza che la mia vita ha dei punti luce, ha quella Luce che basta per farmi andare avanti insieme a voi, amici, insieme a tutti coloro che incontro giorno dopo giorno e per cui sarò sempre grata al Signore di avermi donato.
Ho concluso riportando le parole di una canzone, manifesto della mia riflessione personale:
Fammi strumento per portare intorno a me, Luce, e chi è vicino a me sappia che tutto in Te è Luce.
Ho ringraziato tanto suor Fabrizia per i diversi spunti di riflessione che ci ha donato ma soprattutto per averci permesso, ancora una volta, di essere comunità e vivere insieme un vero e proprio ritiro, nonostante questi tempi difficili e che, anche se ci ostacolano nelle relazioni, non ci impediscono di trovare e intraprendere strade alternative nell’andare incontro a quella “grotta di Betlemme, aperta al cielo e contemporaneamente con porte e finestre spalancate sul mondo“.
Buon Avvento e buon Natale a tutti!