Anche gli universitari tornano «in presenza»
La gioia di riabbracciarsi con gli occhi

 

Pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi». Così scrive l’apostolo Pietro. È quello che domenica è accaduto nelle chiese di tutta Italia: la prima messa festiva aperta al popolo in questa fase due di lotta al Covid-19. Domenica 24, abbiamo finalmente potuto riprendere dopo tre mesi d’interruzione anche la Messa degli universitari presso la parrocchia di San Donato in Polverosa, scelta dal nostro arcivescovo come sede della pastorale universitaria diocesana, grazie alla vicinanza con il polo di Scienze Sociali di Novoli. Negli ultimi mesi, grazie al grande impegno dei sacerdoti e di alcuni volontari, si era invece riusciti a trasmettere la Messa via streaming. Un’iniziativa di successo che ha avuto il merito di non lasciare soli i giovani universitari, in particolare i fuorisede costretti a restare lontani dalle proprie famiglie.

Che gioia immensa poter tornare a «riabbracciare», anche solo con lo sguardo e il sorriso nascosti dalle mascherine, tutti gli amici che non si vedeva da vicino da così tanto tempo!
La partecipazione alla Messa è stata contenuta, nei termini che ci si aspettava. La parrocchia in adempimento delle prescrizioni governative può ospitare massimo sessanta fedeli, due per panca e alternando le file. La forte restrizione alla partecipazione ha imposto la necessità di dare precedenza ai giovani universitari, ma non si sono creati problemi da questo punto di vista. Sono potuti entrare in chiesa anche numerosi parrocchiani.

All’ingresso i giovani della pastorale si sono offerti per dare tutte le informazioni necessarie e distribuire la soluzione idroalcolica igienizzante per mani. Le norme di comportamento sono state puntualmente ripetute dal celebrante di turno, don Daniele Centorbi. Anche le letture sono state divise tra meno lettori possibile per evitare la salita all’altare di un numero eccessivo di persone. Sicuramente il momento più emozionante per tutti è stato quello della comunione, dopo così tanti mesi di forzato digiuno eucaristico. Don Daniele ha portato lui il Santissimo tra i fedeli. Certo, adempiere con correttezza a tutti gli obblighi normativi non è facile, ma la gioia è stata talmente grande da far superare qualunque difficoltà. Tutto si è svolto in maniera ordinata. Al termine della Messa i fedeli sono stati guidati a uscire dall’ingresso secondario, per evitare un secondo passaggio dal portone principale. Chi ha voluto ha potuto lasciare in fondo di chiesa una piccola offerta. Gesto non scontato e che assume particolare significato in questo momento anche di gravi difficoltà economiche. Uscito l’ultimo fedele, i ragazzi volontari della pastorale hanno infine prestato servizio per la sanificazione straordinaria.

Certo non ci si può nascondere che non è facile adempiere così al precetto domenicale. Con questa celebrazione, però, abbiamo potuto dimostrare che il virus non ferma la gioia dell’incontro dei giovani universitari con il Signore: abbiamo potuto rendere ragione della Speranza che è in noi!

 

* Articolo pubblicato su Toscana Oggi del 31 maggio 2020 (file pdf)

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