«La felicità è una cosa molto semplice: vuol dire vivere in pienezza anche le cose piccole. Proprio come se le cose piccole si squarciassero, diventando così cose veramente grandi, belle e vere». Inizia così la prima catechesi per i giovani (18-30 anni) tenuta lo scorso 8 novembre da don Francesco Vermigli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, subito dopo la Messa degli universitari, nella chiesa di San Donato in Polverosa. Un ciclo di incontri dal titolo «Che sapore ha la nostra felicità? I giovani, la fede, i nostri tempi», promosso dalla Pastorale universitaria insieme al Centro Diocesano di pastorale giovanile, e che ha visto coinvolti decine e decine di giovani.

«La felicità è una promessa di eternità, è un’anticipazione del paradiso, in cui la vita viene vissuta in pienezza». Allora, quand’è che sono stato felice? Continua don Francesco: «gli affetti sono il luogo in cui posso dire di essere veramente felice, in cui possiamo veramente dire di essere in cielo, di toccare il cielo con la mano. “Ti amerò per sempre”: il per sempre che intendiamo noi non è finito. Ci crediamo veramente che può essere per sempre! Negli affetti scopriamo che la felicità è per l’eternità. Quando siamo felici, la nostra felicità è come un bisogno, un desiderio di eternità; quando siamo felici possiamo dire “io ti amo per sempre”».

La domanda successiva che ci possiamo fare è: cosa c’entra la fede in questa felicità? Se prendiamo il vangelo delle beatitudini (Mt 5, 1-12), «osserviamo che – sottolinea don Francesco- la parola greca Makarios non significa solamente beato, ma anche felice. Se rileggiamo il testo con la parola felici, ci accorgiamo che Gesù ci invita alla felicità! In questa vita possiamo vivere il paradiso!»

Conclude don Francesco: «La fede, Cristo, fa sognare, volare, camminare, correre. La felicità è avere il paradiso sulla terra; è l’anticipazione del paradiso, della vita eterna. E noi siamo fatti per essere felici per sempre, con il Signore».

«È stata una catechesi molto bella, interessante, perché don Francesco è semplice, però arriva sempre dritto al punto», sono le parole di Caterina, 22 anni, studentessa di scienza delle comunicazioni, che commenta a caldo la serata trascorsa. Alla domanda cos’è per te la felicità?, risponde: «non saprei dirtelo, però condivido il fatto che sia nelle piccole cose; riuscire a godersi veramente il momento che vivi. Come universitaria, finire gli ultimi esami per poi laurearmi!»

C’è poi Tatiana, quasi 23 anni, giovane lavoratrice, che, alla domanda come vivi la felicità con il tuo gruppo?, afferma: «adesso, ora come ora, cerchiamo di ritagliarci dei momenti di felicità anche se non è facile. Abbiamo provato a ritrovarci in via telematica, sia con i nostri ragazzi, come educatori, sia tra di noi, come amici». Continua poi Tatiana: «è bello mantenere un contatto, anche se a distanza; ci piace sentire che ci siamo, nonostante questo momento di difficoltà; sapere che puoi contare sempre su queste persone». Conclude: «è un po’ anche il motivo per cui stiamo continuando a venire alla messa, perché è rimasto uno di quei luoghi in cui puoi ancora condividere la fede con altri ragazzi della tua età».

Nata ormai a settembre 2017, la messa degli universitari rappresenta un appuntamento fisso per tanti studenti fuori sede e non, ogni domenica sera, alle ore 19, nella chiesa di San Donato in Polverosa. Ad accogliere i giovani, padre Giuliano, responsabile della Pastorale universitaria di Firenze, insieme ai sacerdoti giovani del vicariato di Porta al Prato – don Giuseppe Pandolfo (Preziosissimo Sangue) e don Bartolomeo de Filippis (Regina della Pace) – che, insieme, a rotazione, celebrano la messa degli universitari.

Tra i vari presenti durante la catechesi, c’è anche Ileana, 23 anni, al primo anno di magistrale in scienze internazionali e diplomatiche, sicurezza internazionale. Scoperta fin da subito, tre anni fa, Ileana continua a tornare alla messa degli universitari, perché? Risponde Ileana: «come dico sempre, la messa deve coinvolgere il fedele e qui io mi sento a casa. Inoltre, ho tanti visi-amici con cui mi sento comunità, e quindi mi fa piacere partecipare e vivere l’eucarestia insieme».

Alla fine, la felicità è proprio questo: una serata semplice, normale; una normalità di cui, soprattutto in questo periodo, ne abbiamo tanto bisogno. Una normalità che è anticipazione del paradiso. È proprio nelle cose più semplici, che il Signore si fa vivo, si fa presente. È nelle cose semplici che possiamo scoprire cose grandi.

L’appuntamento per la prossima catechesi è fissato per domenica 6 dicembre, sempre subito dopo la messa degli universitari, alle ore 20,15. Per chi volesse ascoltare la prima catechesi, la può trovare sul canale YouTube della Pastorale Universitaria di Firenze.

 

* Articolo pubblicato su Toscana Oggi del 15 novembre 2020 (file pdf)

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